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Desperate socialism
It has been a long vacation. In the meanwhile I went through so many things (photo projects, research topics and art history) that it I struggle to find out a point where to start. But first things first.
The general rule in social networking - that any “how to have success over the Internet for dummies” points to - is to fulfill the desires of the public. This easily translates into the “if you want to be cheered up give em what they want”. The Roman Empire, of good memory, with his “panem et circenses” still dominates here.
This rule of “general wisdom” clashes against another rule in use in the marketing of cultural artifacts, that states that to be of value, they cannot be adapted, unless risking a heavy loss in identity (and value as well). Instead you must search out for the audience interested in it.
The first rule easily explains the “kitten’s pest” (puppies do as well) plaguing the social networks. The desire to achieve the robotic numbers that some posters have, cruelly, sieves out any attempt to cultivate an offering that may want to get beyond the levels of immense idiocy required by the like and forget compulsions.
But the Net, as much as it has always been in the material world, requires a large amount of uniqueness to generate some interest. The only way to do that is to dig deeply into one’s emotional and intellectual resources, thus projecting the individual into a land of solitude where self questioning is hard to ration with wise measure.
This seems to me a pretty good example of what Gregory Bateson referred to as a “double bind”. To get appreciated you must fulfill others' desires but in doing so you lose the option of getting their attention.
I suspect that this condition is making up a lot of pain among those who, more or less secretly, decided that an important goal in their life is to disseminate their own vision of the world.
Unfortunately I do not see any way out of this except to try and try again, as much as a fly does against the window’s glass.
However I’ve not spent this vacancy time just self questioning (flogging) myself, well partially I did, but also, just to measure up in the facebook arena I’ve opened a page and guess what ? I’ve called it “On Landscape” you wont need to register to visit it. The same on twitter I’ve added to my usual account - @cabrabesol - this new one @onlandscape. Even if you do not like those places you may find there some lighter works of mine.
Italian / Italiano
Socialismo disperato
È stata una lunga vacanza. Nel frattempo sono passato attraverso talmente tante cose (progetti fotografici, ricerche e storia dell’arte) che è difficile trovare un punto da cui partire.
La regola generale dei social networks, che ogni manuale su “Come avere successo sull’internet, per sprovveduti”, è di andare incontro ai desideri del pubblico. Questo si traduce facilmente nel “se vuoi essere apprezzato dagli quel che vogliono”. La memoria dell’impero Romano col suo “panem et circenses” in quei contesti, domina.
Questa regola di “generale saggezza” cozza contro un’altra, altrettanto importante, regola del marketing di manufatti culturali, che afferma che esso non possa essere adattato, pena la perdita della sua identà (e ugualmente valore). Al contrario occorre trovare il pubblico cui interessi.
La prima regola spiega piuttosto bene la “peste dei gattini”, i cuccioli vanno bene uguale, che infesta i social network. Il desiderio di arrivare ai numeri robotici, che alcuni poster frequenti hanno, crudelmente filtra ogni tentativo che possa andare oltre l’immensa idiozia generata dai mi piace compulsivamente clikkati e presto dimenticati.
Ma la Rete, esattamente come è sempre stato nel mondo materiale, richiede una larga dose di unicità per generare un qualche interesse. L’unico modo per averlo è quello di scavare profondamente nelle proprie risorse emotive ed intellettuali, proiettando così l´individuo in un mondo di solitudine dove il mettere in dubbio se stessi è difficile da razionare in saggia quantità.
Questo mi sembra un perfetto esempio di ciò che Gregory Bateson chiamava “Doppio legame”. Per essere apprezzato devi adempiere agli altrui desideri ma ciò facendo perdi la possibilità di avere la loro attenzione.
Sospetto che questa condizione causi una considerevole quantita di dolore a quanti, più o meno segretamente, abbiano deciso che un importante traguardo nella loro vita sia di disseminare la propria visione.
Sfortunatamente non vedo altra soluzione che provare e riprovare ancora, esattamente come fa una mosca sbattendo contro il vetro.
Ad ogni modo non ho speso il tempo di questa vacanza auto flagellandomi, bhe parzialmente si, ma anche, giusto per misurarmi con facebook, ho aperto una pagina che ho chiamato, indovinate ? “On Landscape” non dovete registrarvi per visitarla. Allo stesso modo, su twitter al mio solito account, @cabrabesol, ho aggiunto @onlandscape. Anche se non vi piacciono questi posti potrete trovarci alcuni miei lavori più leggeri.
1 comment:
.......mi ci vuole qualche minuto perché i miei neuroni mettano a fuoco il nome di questo grande artista che mi hai ricordato ... ecco, Baj, esattamente l'ironia di Baj, in questo tuo totem ecologico
Mi piace!
margherita levo rosenberg
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