A message from the afterlife and a massage from the past
I'm not sure if my Internet good friend Mike Chisholm was including me in his resurrection post focusing on the blogs' blight but I suspect that for the usual parameters this blog may actually be dead. Instead, not to reassure anybody, it is not. To be honest I find that the migration of compulsive blog followers to other shores (facebook above all) is somewhat a liberation. Several times I felt guilty to not post enough but as I see it now it's only because it takes time, and a lot of effort to say something that i feel strongly enough.In the meanwhile my researches on paths, trails and roads took me to the medieval pilgrimages and in the detail that of the "Camino de Santiago". It is a bit early to say something that has not been said upon though. Mainly what fascinates me there is the spread of visual resemblances along the various routes, and the related issue of how visual cognition is transmitted among us. The idea that I started to caress is that a trail may also be considered a visual media, a very ancient one that, perhaps, we even share with other species. This idea was reinforced by a personal revival I had for Herbert Marshall McLuhan's "The media is the massage" in particular I've found these youtube videos: part1 and part2 that I think maybe of interest to anyone who's engaged in understanding the current state of things in visual, and not only, media. An other interesting suggestion came from this post that I've found that describes a tradition in molding trees along pathways walked by American Aboriginal peoples.
As an aside consideration a thing that amazed me is McLuhan's prediction of the "easternalization" of the western culture that he viewed as a consequence of the diffusion of the electronic devices (or "electric" given the zeitgeist he was in). His general idea was that the spread of "electric" devices would led, as a consequence, to the lost of the western obsession with the identitarian ego as opposed to a "into the flow" perception of the self that, he says, characterizes the eastern culture.
Un messaggio dall'aldilà e un massaggio dal passato
Non sono sicuro se il mio buon amico Internet Mike Chisholm mi abbia incluso nel suo post sulla moria dei blog ma ho il sospetto che in base ad alcuni parametri questo blog possa considersi morto. Invece, non per rassicurare alcuno, non lo è. Per essere onesto trovo che la migrazione verso altre spiagge (facebook sopratutto) dei seguitori compulsivi di blog sia una liberazione. Spesso mi sono sentito in colpa di non "postare" a sufficienza ma per come la vedo ora è solo perchè ci vuole tempo e un sacco di sforzi per dire qualcosa che senta con sufficiente intensità. Nel frattempo la mia ricerca sui cammini, sentieri e strade mi ha portato ai pellegrinaggi medioevali e nel dettaglio sul "Cammino di Santiago". È tuttavia presto per dire qualcosa che non sia già stato detto in merito. Quello che mi affascina in tutto ciò è lo spargersi delle assomiglianze lungo le diverse strade e l'argomento relativo di come la cognizione visiva venga trasmessa tra di noi. L'idea che ho iniziato a carezzare è che un cammino possa anche essere considerato un media, uno molto antico che, forse, condividiamo anche con altre specie. L'idea è stata rinfrozata da un revival personale che ho avuto per McLuhan e il suo "Il media è il massaggio" e in particolare ho trovato questi video su youtube: "parte 1" e "parte 2" che penso possano essere d'interesse per chi sia impegnato a capire lo stato delle cose nei media visivi e non solo. Una altra interessante suggestione è venuta da questo post che descrive la tradizione di modellare le piante lungo i percorsi di alcuni Aborigeni Americani.Come considerazione a lato quello che mi ha stupito è la predizione di McLuhan circa l'orientalizzazione della cultura occidentale che egli ha visto come conseguenza della diffuzione dei dispositivi elettronici (o elettrici dato lo spirito dei tempi in cui era immerso). L'idea generale è che il diffondersi di dispositivi "elettrici" avrebbe portato, come conseguenza, alla perdita della ossessione occidentale incentrata sull'ego identitario opposta a quella orientale che è, lui dice, caratterizzata da una percezione del sè inserita nel flusso.