2012-12-15

Allegories / Allegorie

Versione Italiana al fondo / Italian version at the bottom

Allegories

Ice / Ghiaccio
Ice / Ghiaccio
An alpine allegory
By Mauro Thon Giudici
Photo book
"Allegory, from Greek ALLEGORÍA from ÀLLOS (other) and AGOREÌO (speak openly) description of one thing under the image of another".
"Allegories are, in the realm of thoughts, what ruins are in the realm of things" Walter Benjamin.
Sometimes ideas take form with the same suddenness of a bolt of lightning. Was looking at Tiziano's "Allegory of Prudence" and realized how complex, for us, is the interpretation of the painting, with all its implied symbolic referents. The concept of allegory was something I was up to experiment! So i made some searches and found this interesting paper written by Craig Owens and titled: "The Allegorical Impulse: Toward a Theory of Postmodernism". In this paper Owens, without many turnarounds, explicitly situates photography as an allegory making device:
Site-specific works are impermanent, installed in particular locations for limited duration, their impermanence providing the measure of their circumstantiality. Yet they are rarely dismantled but simply abandoned to nature; Smithson consistently acknowledged as part of his works the forces which erode and eventually reclaim them for nature. In this, the site-specific work becomes an emblem of transience, the ephemerality of all phenomena; it is the memento mori of the twentieth century. 
Because of its impermanence, moreover, the work is frequently preserved only in photographs. This fact is crucial, for it suggests the allegorical potential of photography. 
"An appreciation of the transience of things, and the concern to rescue them for eternity, is one of the strongest impulses in allegory" (*). And photography, we might add. As an allegorical art, then, photography would represent our desire to fix the transitory, the ephemeral, in a stable and stabilizing image. 
In the photographs of Atget and Walker Evans, insofar as they self-consciously preserve that which threatens to disappear, that desire becomes the subject of the image. 
If their photographs are allegorical, however, it is because what they offer is only a fragment, and thus affirms its own arbitrariness and contingency.
The last passage is really important to understand. For  Owens It is the partiality of the frame that makes photography inherently allegoric. Not its content as it was for the pictorialist photographers at the end of the nineteenth century or some frisky setup as currently taught in fashion photography schools. Italiano / Italian 

Allegorie

"Allegorìa dal greco ALLEGORÍA, composta da ÀLLOS (altro) e da AGOREÌO (dico, esprimo). Figura retorica, che sotto un'immagine ne adombra un'altra"
"Le allegorie sono. nel dominio del pensiero, ciò che le rovine sono nel dominio delle cose" Walter Benjamin
A volte le idee prendono forma con la stessa immediatezza del lampo. Stavo guardando L'Allegoria della prudenza del Tiziano e ho realizzato quanto complesso sia per noi l'interpretazione del dipinto, con tutti i sui referenti simbolici impliciti. Il concetto di allegoria era qualcosa che ero interessato a sperimentare! Così ho fatto un pò di ricerche e ho trovato un interessante scritto di Craig Owens intitolato: "The Allegorical Impulse: Toward a Theory of Postmodernism". In questo scritto Owens, senza tanti giri, colloca la fotografia come un dispositivo per la produzione di allegorie:
Le opere in situ sono impermanenti, installate in un luogo particolare per un periodo limitato,la loro impermanenza fornisce la misura della loro circonstanzialità. Sebbene raramente siano smantellate ma semplicemente abbandonate alla natura; Smithson riconosce consistentemente che siano parte del suo lavoro le forze che erodono ed eventualmente reclamano l'opera alla natura. In questo, l'opera in situ diventa un emblema della transitorietà, l'effimero di ogni fenomeno; è il memento mori del ventesimo secolo. 
A causa della sua impermanenza, inoltre, l'opera viene frequentemente conservata solo in fotografia. Questo fatto è cruciale, perchè suggerisce il potenziale allegorico della fotografia. 
"La percezione della transitorietà delle cose, e la preoccupazione di salvarle per l'eternità, è uno degli impulsi più forti nell'allegoria" (*). E in fotografia, potremmo aggiungere. Come arte allegorica, allora, la fotografia rappresenterebbe il nostro desiderio di fissare il transitorio, l'effimero, in una stabile e rassicurante immagine. 
Nelle foto di Atget e Walker Evans, in cui si cerca, coscientemente, di preservare quanto minaccia di sparire, quel desiderio diventa soggetto dell'immagine. 
Se le loro fotografie sono allegoriche, però, è perchè ciò che offrono è solo un frammento, che quindi afferma la propria arbitrarietà e contingenza.
Questo ultimo passaggio è davvero importante da capire. Per Owens è la parzialità dell'inquadratura, o del taglio se volete, che rende la fotografia inerentemente allegorica. Non il suo contenuto come era per i fotografi pittorialisti di fine diciannovesimo secolo o in qualche messa in scena frizzante come viene ora insegnato nelle scuole di fotografia di moda. (*) Walter Benjamin Origin of German Tragic Drama / Origini del dramma barocco tedesco

2012-12-05

pmc #12 desperate socialism // socialismo disperato




Zibido San Giacomo, Milan, Italy

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Desperate socialism


It has been  a long vacation. In the meanwhile I went through so many things (photo projects, research topics and art history) that it I struggle to find out a point where to start. But first things first.

The general rule in social networking - that any “how to have success over the Internet for dummies” points to - is to fulfill the desires of the public. This easily translates into the “if you want to be cheered up give em what they want”. The Roman Empire, of good memory, with his “panem et circenses” still dominates here.

This rule of “general wisdom” clashes against another rule in use in the marketing of cultural artifacts, that states that to be of value, they cannot be adapted, unless risking a heavy loss in identity (and value as well). Instead you must search out for the audience interested in it.

The first rule easily explains the “kitten’s pest” (puppies do as well) plaguing the social networks. The desire to achieve the robotic numbers that some posters have, cruelly, sieves out any attempt to cultivate an offering that may want to get beyond the levels of immense idiocy required by the like and forget compulsions.

But the Net, as much as it has always been in the material world, requires a large amount of uniqueness to generate some interest. The only way to do that is to dig deeply into one’s emotional and intellectual resources, thus projecting the individual into a land of solitude where self questioning is hard to ration with wise measure.

This seems to me a pretty good example of what Gregory Bateson referred to as a “double bind”. To get appreciated you must fulfill others' desires but in doing so you lose the option of getting their attention.

I suspect that this condition is making up a lot of pain among those who, more or less secretly, decided that an important goal in their life is to disseminate their own vision of the world.

Unfortunately I do not see any way out of this except to try and try again, as much as a fly does against the window’s glass.

However I’ve not spent this vacancy time just self questioning (flogging) myself, well partially I did, but also, just to measure up in the facebook arena I’ve opened a page and guess what ? I’ve called it “On Landscape” you wont need to register to visit it. The same on twitter I’ve added to my usual account - @cabrabesol -  this new one @onlandscape. Even if you do not like those places you may find there some lighter works of mine.

Italian / Italiano

Socialismo disperato


È stata una lunga vacanza. Nel frattempo sono passato attraverso talmente tante cose (progetti fotografici, ricerche e storia dell’arte) che è difficile trovare un punto da cui partire.

La regola generale dei social networks, che ogni manuale su “Come avere successo sull’internet, per sprovveduti”, è di andare incontro ai desideri del pubblico. Questo si traduce facilmente nel “se vuoi essere apprezzato dagli quel che vogliono”. La memoria dell’impero  Romano col suo “panem et circenses” in quei contesti, domina.

Questa regola di “generale saggezza” cozza contro un’altra, altrettanto importante, regola del marketing di manufatti culturali, che afferma che esso non possa essere adattato, pena la perdita della sua identà (e ugualmente valore). Al contrario occorre trovare il pubblico cui interessi.

La prima regola spiega piuttosto bene la “peste dei gattini”, i cuccioli vanno bene uguale, che infesta i social network.  Il desiderio di arrivare ai numeri robotici, che alcuni poster frequenti hanno, crudelmente filtra ogni tentativo che possa andare oltre l’immensa idiozia generata dai mi piace compulsivamente clikkati e presto dimenticati.

Ma la Rete, esattamente come è sempre stato nel mondo materiale, richiede una larga dose di unicità per generare un qualche interesse. L’unico modo per averlo è quello di scavare profondamente nelle proprie risorse emotive ed intellettuali, proiettando così l´individuo in un mondo di solitudine dove il mettere in dubbio se stessi è difficile da razionare in saggia quantità.

Questo mi sembra un perfetto esempio di ciò che Gregory Bateson chiamava “Doppio legame”. Per essere apprezzato devi adempiere agli altrui desideri ma ciò facendo perdi la possibilità di avere la loro attenzione.

Sospetto che questa condizione causi una considerevole quantita di dolore a quanti, più o meno segretamente, abbiano deciso che un importante traguardo nella loro vita sia di disseminare la propria visione.

Sfortunatamente non vedo altra soluzione che provare e riprovare ancora, esattamente come fa una mosca sbattendo contro il vetro.

Ad ogni modo non ho speso il tempo di questa vacanza auto flagellandomi, bhe parzialmente si, ma anche, giusto per misurarmi con facebook, ho aperto una pagina che ho chiamato, indovinate ? “On Landscape” non dovete registrarvi per visitarla. Allo stesso modo, su twitter  al mio solito account, @cabrabesol, ho aggiunto @onlandscape. Anche se non vi piacciono questi posti potrete trovarci alcuni miei lavori più leggeri.