2009-12-09

Urbana. Milan ordinary landscapes. Bicocca Greco #2



Milano Bicocca

Conjugating documentation and subjective view has always been considered a contradiction. Never the less this is what we daily experience in our approach to the world. Each time we take a picture we are documenting something, taking a fragment of time and fixating it. Even in the most abstract picture we make, we are documenting. Is it necessary to voluntarily document something to make an image more a "document" than an other ? I'm not sure. Marc Auge in its "Anthropology of the present", an effort in the foundation of an anthropological analysis of our own culture, distinguishes among "intended" historical artefacts and non intended ones, or those who's purpose is not to be used in some future as a document of a conventional present. At the end of every picture what it remains is the human, or the robot, taking it, its point of view (or the one of the programmer), his visual choices and the process till the finished image.

2 comments:

Fulvio Bortolozzo said...

Purtroppo capisco poco l'inglese, ma con l'aiuto di un traduttore spero di aver inteso il senso del tuo discorso.

Posso dire che ti muovi su una lama di coltello che mi affascina e che anch'io pratico nel mio lavoro.

A mio parere, un buon risultato potrebbe essere quello di individuare punti di vista "promettenti". Nel senso che abbiano la capacità di attirare il pensiero dei nostri contemporanei, ma senza compiacenze verso il gusto della nostra epoca. In questo modo, mi pare, si potranno consegnare ai posteri "documenti" il più "sinceri" possibile, e comprensibili in futuro, delle esperienze che stiamo facendo.
Qualcosa che ha a che fare con Atget e alcune serie di fotografie del Far West degli anni '60 dell'Ottocento. Hanno una forza così straordinaria perché sembrano "scattate ieri".

Grazie del tuo lavoro Mauro. Continua così!

Un caro saluto,
Fulvio.

Mauro Thon Giudici said...

Grazie Fulvio. No non sei tu che non capisci l'inglese e' il mio che e' pessimo :-D.

Ad ogni modo, il caso di Atget e' veramente divertente e inquietante. Da quel che ho letto mi pare che il progetto di intepretazione delle numerazioni usate dal nostro sia fallita (come viene riportato da Rosalind Krauss quantomeno). Questo ovviamente getta parecchie ombre sulle reali intenzioni di Atget. I fotografi sono spesso ambigui quanto le loro foto.